I am the Sorting Hat, bitches!

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°Uzzen<<_
view post Posted on 17/11/2014, 00:56




La prima cosa che la colpì entrando fu il soffitto.
Forse era banale, forse no.
Ma non la sfiorò nemmeno per un momento il fatto di essere entrata in una Sala lunga quanto i quattro tavoli contenuti al suo interno, con miriadi di candele magicamente fluttuanti tra un commensale e l'altro e strabordante di studenti che non facevano altro che fissarla all'unisono. Per il momento.
Tutto quello che le interessava era starsene con il naso all'aria, tra un passo e l'altro, a guardare le nuvole diradarsi rapidamente nel cielo stellato sopra di lei. Le ricordava quella notte. La notte della ragazza.La notte della quale non aveva parlato a nessuno, nemmeno a sua madre. Ma che continuava assiduamente a salirle alla mente. Per un momento la sua mente non fu invasa d'altro se non da quella notte. Ma un tentativo fallito di inciampo da parte della sua caviglia sinistra la riportò alla realtà.
Al fatto di essere l'unica ragazzina entrata in ritardo ad Hogwarts che necessitasse della Cerimonia dello Smistamento. Di avere una mamma supermegaiperstrafamosa probabilmente seduta da qualche parte in una di quelle tavolate.E che, porcaccia la miseria, era proprio lei quella che stava avanzando incessantemente verso il tavolo degli Insegnati, a farsi condizionare per sempre la sua esistenza nella Scuola da parte di un vecchio cappello rattoppato!
Non potè proprio controllarlo. Le poche gocce di sangue Veela ebbero la meglio su di lei. I capelli si tinsero di un'argentea sfumatura bionda nel tempo in cui una macchina fotografica impiega a scattare la foto dopo il flash. Oh fantastico! Oltre che raccomandata, ora i suoi compagni avrebbero pensato che lei fosse completamente fuori di testa. Che genialata.
Decide di rimediare ignorando gli sguardi dei presenti in sala e focalizzandosi solo sul suo bersaglio. Il Cappello. Il suo sguardo non era un "Ora, a noi due", ma più un "Ora farai quello che ti dico io. CHIARO, BRUTTO PEZZO DI STOFFA LOGORO DALL'ESAGERATO LIBERO ARBITRIO?".
Avanzando verso il patibolo dovette abbassare il volume di Radio Animalia. Chi l'avrebbe mai detto che Hogwarts pullulasse di ragazzi Animagus o dalle strane mutazioni? Tipo Insetti, ragni Gufi? Fate? ELFI? Cos'era che diceva mamma? Hogwarts è il posto più bello che esista al mondo. Ahahahahahahaha.
 
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view post Posted on 17/11/2014, 13:20
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Una Cerimonia di Smistamento a metà semestre era una della cose più assurde che si potessero sentire ad Hogwarts.
E ad Hogwarts si sentivano un sacco di cose assurde.
Il Preside aveva acconsentito a fare un'eccezione per la figlia di Snow: giustamente, era un Auror al servizio dell'Ordine della Fenice e questa era una garanzia con la lettera maiuscola; dopo tutto il lavoro e l'aiuto nei confronti del castello e dei suoi abitanti, non si poteva negarle un semplice strappo alla regola.
Andava tutto bene fino a questo punto: la Sala Grande era splendente nelle sue luci, con candele e i quattro stendardi delle Case appesi agli angoli della stanza; c'era un sacco di gente, stranamente: studenti, professori, elfi, creature magiche e perfino un centauro! Hogwarts sembrava essere ritornata al suo antico splendore, quando le forze Oscure non avevano fatto cadere il loro velo di silenzio e di terrore. Si stava bene e questo contava più di ogni cosa.
Eppure, Louis Nocturny non avrebbe mai pensato che il Preside gli potesse chiedere di portare a termine la cerimonia.
Lui. Un semplice chitarrista di Hogwarts e un nuovo membro dell'Ordine della Fenice.
Era impensabile: la sua ansia di fronte a così tante persone era palpabile, ma doveva fare del suo meglio.
La sicurezza era il suo punto forte: avanti!
Louis indossava una lunga tunica elegante e nera, con qualche contorno giallo e argento: tutti i colori della sua Casa Tassorosso, di cui andava molto fiero. Si era posizionato dietro un alto tavolo di legno di mogano, sul quale era poggiato il Cappello Parlante.
Sarebbe stato lui a posarlo sul capo della splendida ragazza che lo stesse raggiungendo. Il particolare dei capelli lo colpì molto, ma non ci pensò molto, avendo un altro problema al momento: la pioggia.
Ci mancava solo questo. Il soffitto di Hogwarts mostrava il suo incanto proprio in quell'istante, bagnando con alcune gocce i suoi capelli. Louis estrasse la bacchetta magica dalla tunica e attinse ai suoi poteri personali: con un solo movimento, bloccò la pioggia e cambiò l'atmosfera del cielo magico, che adesso splendeva come in una mattina di Primavera.
Ecco, ora andava meglio. Il popolo di Hogwarts poteva parlare quanto volesse.
Con voce forte, puntò lo sguardo sulla ragazza e la chiamò.
"Aerith Weasley, prego, mi raggiunga".
 
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°Uzzen<<_
view post Posted on 17/11/2014, 16:22




Continuando ad avanzare sorrise per un microattimo fra se' e se' alla vista del potere del ragazzo deputato al suo Smistamento. Un altro manipolatore degli agenti atmosferici. Doveva essere destino.
Era oramai giunta ai piedi del piano rialzato. Smise di dare tradizionalmente le spalle alle tavolate e si fermò ad osservare i volti che riflettevano un'espressione chi curiosa, chi stupita, annoiata o seria. DECISAMENTE TROPPO SERIA! L'atmosfera era un condensato di responsabilità, farcita con crema di buon senso con retrogusto di perbenismo. Non faceva proprio per lei. Non avrebbe sopportato di starsene seduta magari per interi minuti con quel Cappello color iuta sulla fronte ad aspettare l'ovazione finale. Lei voleva il boato fin da subito. Era la specialità di sua madre raffreddare il pubblico. Lei, al contrario, avrebbe riscaldato gli animi a fuoco vivo.
Con un guizzo fulmineo degno di una ginnasta russa si sfilò la tunica nera da studentessa, lanciandosela con grazia alle spalle. Venne alla luce un mantello color blu notte lungo fino ai piedi. Un omaggio agli occhi di sua madre. Questo era coordinato a un vestito a maniche corte dal taglio orientale di un azzurro carta da zucchero. Amava i colori freddi, chissà per quale misteriosa ragione. E poi non avrebbe mai sopportato di portare quella mantella da boia. MAI. Sollevò le mani più in alto che le riuscì ed iniziò a batterle fragorosamente. Tre battiti. Pausa. Ancora 3. Riecheggiavano ancora nel silenzio seguente.
Ehi GRIFONDORO! SIETE PRONTI A FESTEGGIARE LA VOSTRA NUOVA COMPAGNA? AVANTI WE WILL ROCK YOU!!!
E fu lì che la folla esplose. Specialmente dal tavolo inghirlandato dai colori rosso ed oro. E subito iniziò una sorta di lotta musicale per contendersi quella nanetta dai capelli d'argento così forte e scoppiettante. Gli spettatori in Sala si sbracciavano per toccarla, gridavano quasi supplicanti il suo nome. Aerith fece un piccolo giro di corsa intorno al perimetro di ogni tavolo battendo il cinque alle mani poste lungo il suo passaggio, agitando i pugni in aria. Snow si sventolava la mano davanti come un'ereditiera per farsi asciugare lo smalto alle unghie continuando a ripetere: "E' nostra figlia!". George si limitava a colpirsi lo sterno con il pollice rivolto verso se stesso.
Finito il jogging ritornò al suo posto ai piedi del soppalco, si lasciò andare in un inchino rivolto agli Insegnanti ed al ragazzo sopra di lei e scoppiò in una fragorosa risata, traboccante di genuinità. Vera. Era seriamente incorreggibile.
 
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view post Posted on 17/11/2014, 20:43
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Louis ne aveva viste di cose strambe, ma non credeva di raggiungere un livello tanto incredibile. Era rimasto senza parole, con la bacchetta ancora stretta in una mano, incapace di dire qualsiasi frase o di muoversi. La ragazza aveva creato un boato in un secondo, quasi senza ritegno. Louis ne avrebbe parlato con il Preside: lui non poteva cimentarsi in un compito del genere. Sebbene ne fosse orgoglioso e intimamente felice, Louis non voleva avere responsabilità anche al Castello. Entrare all'Ordine già aveva le sue conseguenze.
Alzò la bacchetta in aria e fece scendere il silenzio.
La luce del sole illuminò il volto di Aerith, quasi come un segno divino.
Louis la guardò con attenzione, poi contrasse le labbra per evitare che il sorriso gli spuntasse sul volto: dopotutto, stava assolvendo un compito fondamentale e serio.
"Bene. La scena è stata a dir poco entusiasmante, signorina Weasley. Che ne dice di procedere? Oppure vorrebbe deliziarci con qualche altro spettacolo? domandò, controllando la voce fin troppo divertita.
Nel frattempo, prese il Cappello Parlante tra le mani, pronto a dare inizio alla cerimonia.
 
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°Uzzen<<_
view post Posted on 18/11/2014, 21:51




Non riuscì proprio a trattenersi. Sprecare questa occasione così succulenta che il ragazzo le stava fornendo su un vassoio d'argento sarebbe stato da persone comuni, ordinarie. E lei non si sentiva caratterizzata da nessuno dei due aggettivi. Soprattutto in quel momento in cui stava solcando il palcoscenico di Hogwarts per la prima volta. Ed era tutto per lei.
Si piegò in avanti sulle ginocchia ed alzò una mano all'altezza dell'orecchio destro, voltando la testa verso il pubblico alle sue spalle.
"CHE NE DITE GENTE? IL CAPPELAIO HA CHIESTO IL BIS! VI SENTITE PRONTI A CONCENDERGLIENE UN ALTRO???"
Le sue labbra si aprirono in uno dei suoi classici (ma non per questo meno speciali) e proverbiali sorrisi, che venne diretto proprio verso il ragazzo in questione. Quell'attimo venne prontamente sommerso dal giubilo affettuoso per quelli che per lei erano sia compagni che estranei. E mentre annegavano nel clamore scalpitante lei non fece nient'altro che allentare i freni e continuare ad allargare quel sorriso sempre di più, mordendosi leggermente l'indice della mano. Spontanea, naturale. Mostrandosi se stessa davanti a quella prova, senza però conoscersi ancora fino in fondo.
Colmò la distanza che il vuoto aveva occupato per tutto quel tempo tra di loro salendo i cinque gradini del palco rialzando, i passi attutiti dalle invocazioni e dai battimano di sottofondo, come avrebbe potuto fare l'erba allo scapestio dei piedi nudi.
Ancora quel sorriso. "Magari la prossima tappa della tournée la conduciamo insieme, ti va? Sarebbe divertente. Non sembri così male". A volte ti sembra di vivere momenti in cui non riesci a fare anche una cosa semplice come respirare. Proprio come quando anneghi in una folla acclamante, o sotto alcuni centimetri di stoffa logora e rammendata. E poi ti accorgi che basta poco, davvero poco per ricordarsi che non è altro che un gesto automatico. Può bastare un piccolo gesto, una frase, un sorriso che ti chiede di conoscersi, di essere amici.
Distolse lo sguardo, voltandosi davanti a sè, sulla curva inferiore delle labbra un ultimo scorcio di sorriso. Prese posto sullo sgabello di legno massiccio, lisciandosi una piega dell'abito che si era venuta a creare a livello della coscia sinistra. Il suo sguardo era fisso verso il centro della stanza. Nonostante la maestria mostrata con i suoi coetanei prima, non si poteva dire che fosse altrettanto sicuro. Forse è per questo che esistono i bei sorrisi. Per ostentare falsa sicurezza. Non sono altro che una forma di illusione, Come lo sono i sogni.

Non mi facevo così riflessiva xD Comunque tornando alla storyline, parlando anche con moma ieri sera, si è deciso per far crollare le certezze di Aerith. Lei è così sicura e fiera prima del tempo di essere una Grifondoro. Invece possiede tutti i requisiti per la casa Serpeverde. Un'ambizione per il sogno di una vita. Quindi vorrei che fosse Smistata lì >.<
 
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view post Posted on 20/11/2014, 18:48
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Nessun problema, Uzza. Allora procedo in un altro modo, stai a vedere :)


Louis alzò la bacchetta magica con velocità e disegnò un grande cerchio con la mano.
La Sala Grande si zittì all'istante, preda di un semplice incantesimo.
Man mano si sentivano soltanto risate e bisbigli da parte dei vari tavoli, ma non c'era più il profondo rumore e casino creato dalla ragazza di fronte al suo sguardo.
Louis cercò di mantenere la calma, ma adesso al divertimento era subentrata l'impazienza.
"Chiamami un'altra volta cappellaio e ti farò rimpiangere di essere arrivata ad Hogwarts, signorina Weasley! esclamò con un torno così autoritario da stupirsi in prima persona.
Senza aspettare una risposta dalla ragazza, nella speranza che la sua impertinenza si calmasse, si girò di spalle e riprese il Cappello Parlante dal punto in cui l'aveva appena posato.
Poi, lo spostò sul banco di legno chiaro davanti il pubblico della Sala Grande e si fece di lato.
Il Cappello era di una bellissima, lucida e antica stoffa scura e sembrava emanare un'area regale, nonostante fosse un semplice oggetto. La magia di cui era intriso era infinita.
Un istante dopo, la Sala tacque: la cerimonia stava iniziando.
Il Cappello si aprì in una sorta di fessura sul tessuto, prendendo forma di una bocca.
Poi, parlò con una voce profonda e saggia.

"Numerosi eroi alla prima chiamata risponderanno,
quando le voci insieme si placheranno.
Ogni studente il suo compito rispetterà,
se il suo cuore di bontà si sazierà.
Nessun potere, nessuna gloria,
porterà l'uomo alla stella di Aurora.
Magia come collante sarà,
per chi del bene si circonderà.
Da Grifondoro nato,
niente ti renderà limitato;
da Corvonero svelto,
la saggezza sarà il tuo elemento;
se Serpeverde ti ritroverai,
della fama o astuzia paura non avrai;
invece, Tassorosso diverrai,
se da mago onesto ti comporterai.
Divisioni ormai non contano,
quando amore e unione mancano.
Ma se la pace cercherai,
Hogwarts salverai
e con il Bene trionferai"


Ci fu un solo attimo di silenzio, prima che la Sala esplodesse in mille grida e applausi.
Il Cappello Parlante aveva recitato la sua solita filastrocca, come in ogni occasione simile.
Aveva creato una poesia di augurio per lo stesso mondo magico: non importava di che Casa si fosse, purché il Bene trionfasse contro le forze Oscure. In un momento come quello, Hogwarts non poteva che rappresentare la speranza di un futuro migliore.
Louis ne fu estremamente colpito.
 
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°Uzzen<<_
view post Posted on 17/12/2014, 00:26




Aerith perse se stessa per qualche istante, mentre la folla intorno a lei esplodeva in risposta alla filastrocca di quell'anno. Ed in quei pochi attimi, in cui sentiva le mani battere l'una contro l'altra ma non riusciva veramente a vedere la Sala, le parole dei Cappello le fecero capire una cosa. Qualcosa che non aveva mai considerato prima. Che non si era mai chiesta. Chi era lei veramente? La ragazza che aveva appena trasformato degli spettatori sospettosi in un pubblico acclamante? La persona coraggiosa che credeva, o forse si augurava tanto di essere?
Mossa da un istinto estraneo anche a se stessa, fece i primi passi in avanti verso lo sgabello su cui era appoggiato il Cappello. Senza aspettare che l'attendente le desse il segnale di avvicinarsi. Senza più alcuna traccia di paura. Perchè il Cappello aveva ragione. In tempi come quelli non contano tanto le singole identità, sebbene sia un sacrosanto diritto averne una propria. Non importa chi sei. Conta essere uniti. Restare insieme. E per farlo occorre bandire la parola diverso ed avere il coraggio di essere se stessi. Perchè se stai bene con quello che sei, puoi riuscire ad amare tutto il resto del mondo.
Arrivò in cima al palco, proprio di fronte al ragazzo. Gli unici oggetti che li separavano erano una piccola sedia ed un Cappello. Aerith gli sorrise, per la prima volta senza maschere, libera dall'ansia e dal senso di oppressione: "Avanti, Cappellaio, cosa stiamo aspettando? Ho una Casa da conoscere, amicizie da stringere ed una cena da consumare!"
Questo era lei. Pronunciare una parola appena proibita, sprezzante delle regole. Catturare tutta l'attenzione su di se in un'inattesa entrata solitaria in Sala Grande. Stregare il pubblico e farsi puntare le luci dei riflettori addosso. In una parola: ambizione.
E dopotutto ambizione e coraggio non possono essere considerati come sinonimi? Fare tutto ciò che è in proprio potere ed anche oltre, buttarsi a capofitto nell'ignoto per inseguire i propri sogni non è una forma di coraggio?
 
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view post Posted on 19/12/2014, 21:48
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Louis tracciò un altro cerchio con la mano e dalla punta della sua bacchetta magica partì un razzo luminoso dritto nel cielo. Il soffitto sembrò illuminarsi come di giorno, poi all'improvviso si scurì e cambiò atmosfera, dipingendosi di nuvole bianche e di un sole caldo che faceva capolino da ogni lato. Sorrise, soddisfatto: controllare i poteri del tempo era una dote che aveva sempre apprezzato particolarmente.
Dopo i vari applausi rivolti al Cappello Parlante, Louis fece un bel respiro, ignorando il solito appellativo stupido della ragazza che gli era di fronte.
Lui non era un Cappellaio: aveva il compito di presentare e ufficiare la cerimonia di smistamento di quel momento. Altro che semplice studente o chitarrista, quella sì che era una responsabilità vera e propria.
Con un altro movimento della bacchetta magica, fece librare uno scranno rivestito di velluto color legno a pochi passi da lui. Recuperò il Cappello con una mano, facendo attenzione come se fosse un oggetto di inestimabile valore (che poi così era, nella realtà dei fatti).
"Signorina Weasley, si accomodi pure e faccia silenzio" ordinò, tranquillo.
Era arrivato il grande momento. A breve avrebbe fatto indossare il Cappello alla ragazza.
 
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view post Posted on 25/5/2015, 10:57
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//OT Concludo con il Cappello Parlante

Il silenzio regnò sovrano dopo che Louis Nocturny ebbe pronunciato le sue ultime fatidiche parole. Aerith Weasley non disse nulla, forse conscia del fatto che la scelta stesse avvenendo.
Louis posò il Cappello Parlante sul suo capo e sulla sua chioma di capelli, poi si allontanò di qualche istante. Era tempo di far parlare colui che avrebbe destinato la studentessa in una delle Casate di Hogwarts.

Tenace e intelligente
fan di te persona lucente.
Eredità di pace e amore
spazzate via sarann da un forte clamore
Stima e profonda gloria
della tua vita sarann vittoria
Mia cara Weasley, che strana attesa,
da
Serpeverde sarai contesa




Un boato riscosse la Sala Grande.
Serpeverde? Una Weasley Serpeverde?
I Grifondoro guardavano la ragazza con aria dispiaciuta e anche molto offesa, mentre i Serpeverde esultavano. Il Cappello Parlante non sbagliava mai, del resto. Louis, a sua volta senza parole, tolse il Cappello dal capo di Aerith e chiamò il prossimo studente.
 
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8 replies since 17/11/2014, 00:56   79 views
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