Eres si rivolse a Layla velocemente, sentendo le fiamme del suo corpo avvampare come non mai. Stavano aumentando la loro intensità per via del colpo basso ricevuto da Snow e, purtroppo, lo stesso ragazza percepiva il calore avvolgerlo nella sua morsa.
Forse, stava per perdere la pazienza perchè la rabbia era la sua peggior nemica.
Snow non aveva capito nulla di lui, altrimenti non avrebbe pronunciato una frase tanto meschina. In quel momento, Eres cercò di controllare se stesso, ma non ci riuscì.
Una fiamma ardente, simile ad una fune o una liana rossa, partì dal suo torace per indirizzarsi contro Snow, che adesso era considerata una sorta di ostacolo, quasi una
minaccia, per l'elemento principale che caratterizzava l'essenza di Eres.
Il fuoco non avrebbe permesso a nessuno di far soffrire il suo padrone e per questo, adesso aveva deciso di agire e di ferire, anzi punire, Snow per l'oltraggio subito.
Eres ignorò senza volerlo le domande di Layla, alla quale avrebbe risposto subito dopo.
Doveva fermare le sue fiamme, che spesso non erano sotto il suo controllo.
Eres parlò con la voce del fuoco, simile a crepitii e suoni striduli. Provò a tenere a bada il suo elemento, eppure non sembrava riuscirci per nulla perché la fune scottante continuò a raggiungere Snow.
Avrebbe capito che non fosse stata colpa sua? E se si sarebbe ferita?
Eres non ci pensò due volte e urlando:
"SNOW, ATTENTA!", si trasformò in un globo di fuoco.
Spiccò un balzo in avanti e colpì Snow alle gambe per farla cadere a terra.
La lama di fuoco si scontrò nell'aria vuota dove un attimo prima c'era la ragazza, prima che si piegasse verso il basso a causa del colpo. Eres non l'aveva bruciata, eppure si sentì particolarmente abbattuto.
Non aveva ancora il controllo totale del suo elemento.
Fece qualche passo indietro, ora che il pericolo era concluso.
Poi, sibilando velocemente, ritrasse il suo fuoco dentro la sua anima.
Un secondo dopo, il corpo atletico e muscoloso di Eres era coperto soltanto dai boxer neri, senza più fiamme come coperta intorno a lui. Era spoglio e nudo, mentre il petto si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro affannato.