Sentirsi vivi

L'aula dove si tenevano le lezioni di Cura delle Creature magiche si trovava esattamente vicino la capanna del guardiacaccia del castello, un tipo enorme di nome Hagrid.
Eres non l'aveva ancora conosciuto nè gli aveva parlato, l'aveva soltanto visto una volta, in giro per il castello.
Tuttavia, non aveva ancora seguito una sua lezione, quindi non poteva neanche dire se fosse un buon insegnante o meno.
Eppure, era stupito dal fatto che quella materia fosse insegnata all'aperto.
Era meravigliosa come cosa, a dirla tutta.
Quella sera, comunque, il ragazzo aveva bisogno di parlare con qualcuno, anche solo uno sconosciuto.
Per questo, quale occasione migliore se non quel momento per incontrare Hagrid? Si diceva che fosse una persona loquace e simpatica, per cui Eres era pronto a fare la sua conoscenza. Basta che comunicava con qualcuno, altrimenti i soliti pensieri sinistri su ciò che faceva la cugina Mangiamorte avrebbero invaso nuovamente la sua mente.
Doveva rilassarsi, perciò decise prima di fare qualche passo nel cortile di fronte la casa.
Sperava solo che Hagrid non fosse andato da qualche parte nella Foresta e che fosse libero, anche se le luci nella capanna erano spente.
Eres si sedette per un attimo a terra, sull'erba bagnata e umida di quella sera primaverile.
Non faceva molto freddo, eppure aveva dovuto indossare una felpa a causa del vento.
Era un essere di fuoco, avrebbe potuto evocare qualche fiamma per riscaldarsi quando voleva, ma era meglio non attirare troppo attenzione e fare finta di comportarsi come un umano semplice e normale.
Tuttavia, notando che non c'era nessuno nelle vicinanze, non potè fare a meno di far incendiare letteralmente il pollice della mano destra, che ora era interamente coperto di fuoco.
Non provava dolore, quello era il suo elemento.
Adesso era vivo.

Eres decise di seguire il famoso consiglio che suo zio gli diede tempo fa, cioè quello di contare fino a dieci e poi esplodere, nel momento in cui qualcosa fosse andato storto.
Uno.. due..tre..quattro..cinque..sei
"Perchè DIAMINE mi hai bagnato? Anzi, perchè hai bagnato tutti e due?"
Non riuscì ad arrivare al dieci, si ere fermato al numero sei.
Tuttavia, questo era comunque un progresso, di solito Eres si arrabbiava e rispondeva all'istante, bastava soltanto che non fosse d'accordo con qualcuno riguardo qualcosa.
In quel momento, sentiva il freddo penetrare sotto i suoi vestiti abbastanza leggeri, mentre le fiamme, il suo elemento, si ribellavano nel suo corpo, quasi come se fossero esseri viventi che si sentivano offese per un oltraggio del genere.
Come osava quella ragazza mandargli contro un getto d'acqua?
Non seppe cosa fare, anche se ben presto il fuoco lo avrebbe reso di nuovo asciutto.
Per adesso, non fece nulla, se non guardare con aria stupita la bella studentessa dai capelli rossi che aveva di fronte.